Scubatec F30 con FX3
Primo Stadio
Il primo stadio F30 a membrana isola completamente il cuore dell’erogatore dall’ambiente esterno e garantisce quindi una migliore affidabilità e lo rende particolarmente indicato per immersioni in acque gelide o torbide. Il funzionamento è assicurato da un sistema a membrana bilanciata che permette di mantenere la pressione intermedia assolutamente costante sia rispetto alla pressione interna della bombola sia alla profondità raggiunta. L’aria passa attraverso un pistoncino il cui movimento è controllato da una membrana. Il pistoncino riceve un’uguale pressione da entrambi i lati consentendo il mantenimento della pressione in uscita indipendente dalla pressione delle bombole. E’ realizzato per tornitura in un monoblocco di ottone protetto da due strati di rivestimento elettro-galvanico. Le parti interne sono realizzate in ottone cromato e/o nichelato con le molle in acciaio inox armonico e le guarnizioni in gomme nitriliche. Particolare attenzione è stata dedicata alla membrana di separazione realizzandola in una speciale gomma che rimane inalterata e resistente alle basse temperature. Il primo stadio F30 è completato da una torretta girevole con cinque uscite di bassa pressione 3/8"x24UNF (una di testa) con una pressione in uscita costante di circa 10 bar (pressione a monte fino a 300 bar). La torretta girevole assicura una facile connessione con le fruste di bassa pressione per qualunque accessorio. Abbiamo inoltre due uscite di alta pressione con filettatura 7/16” X 20 UNF. A queste uscite di alta pressione è possibile raccordare un manometro subacqueo di controllo mediante una frusta con terminale maschio filettato 7/16”. Il primo stadio F30 a membrana è disponibile, per la connessione al gruppo bombole, con attacco internazionale a staffa YOKE (ISO 12209 pressione max 232 bar), attacco filettato DIN 232 (ISO 12209 pressione max 232 bar) o attacco filettato DIN 300 (ISO 12209 pressione max 300 bar) in accordo alla norma EN 250:2014.
Secondo Stadio
La tipologia del meccanismo di erogazione è “downstream”. Il termine "downstream" si riferisce alla direzione in cui si apre la valvola. Infatti questa si apre nella stessa direzione del flusso d’aria proveniente dal primo stadio che esercita una spinta sull’estremità della testa della valvola, costringendola ad aprirsi; tale forza viene contrastata da una molla, pretarata, che spinge nella direzione opposta, cioè verso la posizione di chiusura. La spinta esercitata dalla molla deve essere leggermente superiore alla forza di entrata del flusso in modo che l’ingresso rimanga chiuso fino all’inspirazione da parte del subacqueo. Lo sforzo di inspirazione (depressione) richiesto per aprire una valvola downstream è proporzionale alla resistenza della molla. Questo sistema consente di proteggere il sub nel caso di un aumento di pressione dal primo stadio a causa di un malfunzionamento: infatti ad un aumento eccessivo della pressione intermedia seguirà l’apertura della valvola causando una perdita continua dal secondo stadio.
Il secondo stadio fornisce aria a domanda, ovvero quando il subacqueo inspira attraverso il boccaglio la diminuzione di pressione all’interno del secondo stadio fa abbassare la membrana che spinge la leva ed apre la valvola di erogazione; l’ingresso di aria permane per l’intero atto inspiratorio ed al termine l’aumento della pressione ristabilisce la condizione di equilibrio e la chiusura della valvola.
La depressione all’interno dell’erogatore necessaria per innescare l’erogazione è molto bassa, pochi millibar, e non causa un affaticamento respiratorio.
Il funzionamento del secondo stadio si basa sul bilanciamento pneumatico delle forze di pressione che agiscono all’interno della valvola di erogazione: in questo modo è minore il carico della molla che agisce sulla leva, riducendo lo sforzo di inspirazione ed offrendo una lineare e costante dolcezza inspiratoria. Il meccanismo interno del secondo stadio dispone di un pistoncino bilanciato pneumaticamente, avente un foro di piccolo diametro che lo attraversa in senso longitudinale. L’aria che giunge dal primo stadio passa attraverso questo forellino, raggiungendo una piccola camera (detta “di bilanciamento”) posta all’estremità del pistoncino. L’aria contenuta all’interno di questa camera, esercita una forza che tende a spingere il pistoncino in chiusura verso l’ugello. In questo modo, essendoci un bilanciamento tra le forze che intervengono sull’apertura e chiusura della valvola, si può utilizzare una molla avente carico basso che permette quindi un’apertura più dolce della valvola. La forza dell’aria che passa attraverso l’ugello e agisce in senso di apertura sulla pastiglia, anch’essa forata e fissata all’estremità dell’alberino, viene di fatto contrastata dalla somma della forza della molla e di quella dell’aria penetrata nella camera di bilanciamento. La particolare posizione del deflettore interno obbliga il flusso d’aria ad un percorso che smorza la violenza del getto e rende la respirazione agevole a qualunque quota. La cassa è realizzata in resina di sintesi, un materiale particolarmente resistente ad urti ed abrasioni ed inattaccabile da raggi ultravioletti ed agenti chimici. Le membrane e la pastiglia di tenuta sono di silicone. Gli altri componenti interni sono di ottone cromato ed acciaio inox. Il boccaglio è di silicone anallergico.
Regolazioni esterne del secondo stadio FX3 (leva DIVE/PREDIVE e manopolina di controllo sforzo di inspirazione):
Una leva situato sul lato sinistro del secondo stadio permette di agire su di un deviatore di flusso che ha due posizioni di utilizzo. Spingendo la leva indietro (verso la bocca, posizione “ON”) entra in funzione un deviatore posto internamente che favorisce il flusso d’aria verso il boccaglio: l’effetto Venturi può esprimersi al meglio aumentando ai massimi livelli il flusso d’aria fornito dall’erogatore. Spingendo la leva in avanti (posizione “OFF”), il deviatore si interpone al flusso in uscita e di fatto limita l’effetto Venturi, impedendo l’autoerogazione. Sempre sul lato sinistro, nella zona opposta all’innesto della frusta, una manopolina esterna permette di regolare in immersione lo sforzo d’inspirazione per adattarlo alle esigenze dell’immersione. La regolazione sarà particolarmente utile in particolari posizioni (per esempio quando il subacqueo si trova con il volto orientato verso la superficie o per evitare l’autoerogazione durante l’entrata in acqua) ed una maggior resistenza è utile nelle condizioni di variazione continua della pressione sulla membrana in caso di forte corrente o guidando un trascinatore subacqueo. Agendo sulla manopolina, è possibile regolare la resistenza all’ispirazione, variando di fatto il carico della molla del pistoncino. L’avvitamento (rotazione in senso orario, freccia di riferimento “-“) corrisponde a un aumento della resistenza inspiratoria, lo svitamento (rotazione in senso antiorario, freccia di riferimento “+”) ad una diminuzione della resistenza inspiratoria.